Il borgo di Casoli, inerpicato su un colle sulla Valle dell’Aventino, ha origini antiche testimoniate dai ruderi archeologici dell’antica città di Cluviae rinvenuti in località Piano La Roma.
Sulla sommità del borgo spicca il Castello Ducale, dal quale si gode un panorama mozzafiato sulla Maiella e sulla vallata circostante.
Il Castello è storicamente legato al nome di Gabriele D’Annunzio, assiduo frequentatore che era solito “appuntare” pensieri e riflessioni sulle pareti delle sue stanze, e alla strategia della Brigata Majella (messa a punto in una sala del castello) che contribuì alla liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca.
Tra gli altri luoghi d’interesse del borgo: la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, di origini medievali e annessa al castello, e la Chiesa di Santa Reparata, costruita nel 1447 e dedicata in origine a Santa Liberata.
Nelle immediate vicinanze del paese, il lago di Casoli, circondato da un’ampia lecceta e dominato dalla torre di Prata (la cosiddetta Torretta).
Un’altra attrattiva è la Riserva Naturale Regionale Lago di Serranella, area condivisa con i vicini comuni di Altino e Sant’Eusanio del Sangro.
Il territorio di Casoli, contraddistinto da una verde e lussureggiante campagna, è dominato dalla presenza di ulivi secolari ed è conosciuto per un’importante produzione di olio extravergine d’oliva, in particolare per il monovarietale di Intosso (Presidio Slow Food).
Tra le preparazioni enogastronomiche si segnalano le “totere”, cannoli di pasta sfoglia farciti con crema pasticcera, la pizza scima, pane semplice senza lievito cotto tradizionalmente sotto il coppo (un grosso coperchio concavo di ferro che sfrutta il calore del camino) e altri piatti della cucina popolare tipici di tutta l’area del Sangro Aventino come pizza e foje e le pallotte cace e ove.
Lasciando Casoli, in appena trenta minuti di macchina, si raggiunge Torricella Peligna, nota per aver dato i natali a Nick Fante, padre dello scrittore italoamericano John Fante (celebrato tutti gli anni nel mese di agosto con un festival letterario internazionale), e a Ettore Troilo, fondatore della Brigata Maiella.
Situato a 901 mt. s.l.m, alle pendici della Maiella, tra le valli del Sangro e dell’Aventino, il borgo vanta una storia millenaria testimoniata da diversi reperti archeologici di epoca italica rinvenuti a ridosso della vicina Juvanum.
Il centro storico offre una piacevole passeggiata lungo il corso principale, su cui si affacciano diversi palazzi Ottocenteschi, fino alla Chiesa di San Giacomo, risalente all’undicesimo secolo.
Nel Museo Antropologico del paese è conservato un corpo mummificato risalente al diciassettesimo secolo. Il museo è adiacente alla Mediateca John Fante.
Poco distante dal borgo, a tre chilometri, il santuario della Madonna delle Rose, classico esempio di chiesetta rurale. Sempre nelle immediate vicinanze di Torricella sorge l’antico borgo di Fallascoso. Di particolare interesse sono la Chiesa di San Nicola di Bari e l’eremo di San Rinaldo (legato al percorso di Pietro da Morrone, il futuro Papa Celestino V) dove secondo la tradizione avrebbe vissuto San Rinaldo.
Il territorio di Torricella Peligna è parte del “Sentiero dei Carricini”, un percorso che tocca alcuni “luoghi” un tempo abitati dai Carricini, una delle quattro tribù che formavano il gruppo etnico sannitico.
Il sentiero, da percorrere a piedi, in mountain bike o a cavallo, ha una lunghezza complessiva di 20 km e si snoda all’interno di due aree SIC (Siti d’Interesse Comunitario), quella di Pennadomo – Torricella Peligna e quella del Bosco Paganello.
Tra i prodotti tipici del posto spiccano i salumi, tra cui il salsicciotto frentano (Presidio Slow Food) e le salcicce a campanella (di carne e di fegato), potrete acquistarne a volontà nel punto vendita de La Fattoria La Guardata in Corso Umberto.
A tavola ritroviamo i classici della cucina popolare del Sangro Aventino con preparazioni come la pizza scima e le sagne a pezze.
Da Torricella Peligna, in una manciata di km, 12 per l’esattezza, si arriva a Colledimacine, borgo arroccato su un rilievo tra i torrenti Cupo e Torbido, affluenti del fiume Aventino. Qui potrete gustare il buonissimo miele di Apicoltura Glam.
Attraversando i caratteristici vicoli nella parte più alta del centro storico si scorge il Palazzo Barbolani che fu costruito alla fine del Settecento con l’utilizzo di quello che restava del castello medievale, dove si erano succedute nei secoli diverse famiglie feudali; oggi si presenta conglobato in un complesso di edifici: la Chiesa Parrocchiale di San Nicola, che un tempo fungeva da cappella gentilizia del Castello, i resti di una delle porte del borgo, la cosiddetta “Casa dell’Arciprete”, che in realtà era la Chiesa sconsacrata di San Rocco.